Casteldidone - Unità Pastorale "mons. Antonio Barosi"

Diocesi di Cremona
Unità Pastorale "mons. Antonio Barosi"
Casteldidone, San Giovanni in Croce, San Lorenzo Aroldo, Solarolo Rainerio e Voltido
via Guglielmo Marconi, 4 - 26037 San Giovanni in Croce (CR) - tel. 0375 91026 - mail: info@upbarosi.it
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Casteldidone
Il toponimo indicante la località di Casteldidone non è mai mutato nel tempo: Castrum Didonis (in un regesto del 1010), Castrum Didonum, Castrum Dothonum in latino; Casteldidone, Casteldudone in italiano; sempre con il significato di Castello di Didone, un personaggio che lo ha costruito o che vi ha abitato a lungo. I Didoni risultano essere uomini d'armi venuti in Italia al seguito di Carlomagno.
Casteldidone ha, dunque, una storia millenaria.
Esso faceva parte, infatti, dei beni lasciati dal re longobardo Desiderio al monastero di S. Salvatore in Leno che aveva giurisdizione ecclesiastica e civile-amministrativa sui territori cremonesi in riva all'Oglio.
Poi, nel 1010, la contessa Richilda, matrigna di Matilde di Canossa, compra delle "curtes” in "Castello Didoni” dal priore della località di S. Paolo in Ripadoglio. In un documento del 1309 Casteldidone viene indicato come "borgo cinto da fossato con torre fortificata”. Questo originario castello fu poi adibito a casa "casamentizia”, cioè a cascina, a forma di quadrilatero ben definita, di cui sono leggibili tuttora tracce significative sul Mot, (Cascina Cavalca): soffitti a vele, cornicione quattrocentesco a beccatelli, trecentesca balconata con colonne in cotto e capitelli smussati ed archi ad ogiva di sicura attribuzione al gotico lombardo.
Dal 1558 Casteldidone fu feudo dei conti Schizzi, una famiglia di Cremona, cui si deve lo ricostruzione del castello, iniziata nel 1596 come attesta una lapide. Nel 1648 Casteldidone oppose strenua resistenza al passaggio del duca di Modena Francesco I che si dirigeva verso Cremona per cingere d'assedio lo città. Il Castello Schizzi venne rovinato e bruciato, verrà ricostruito nel 1658.
Casteldidone rimase nel feudo Schizzi con maggiore o minore autorità, fino al 1857.
 
Il complesso del castello Mina della Scala, immerso nel verde, ben rappresenta l'evoluzione del gusto architellonico rinascimentale. Fu infatti oggetto di restauri successivi che culminarono nel 1735, quando lo villa venne ampliata ed assunse l'aspetto attuale. Ha pianta rettangolare con lati cintati; il corpo centrale è ornato sul lato meridionale da due torri di diversa altezza che conferiscono al complesso l'aspetto di una fortezza. Le sale interne sono riccamente decorate. Completano il bel complesso l'ampio cortile di ingresso e il giardino retrostante.
La chiesa parrocchiale è dedicata ai santi Abdon e Sennen. L'edificio risale al 1837, anche se fu consacrata solo nel 1891 dal vescovo di Cremona Geremia Bonomelli; il progetto di costruzione fu stilato dall'ing. Luigi Voghera che ne assunse, dopo varie peripezie, anche lo direzione dei lavori.
Casteldidone è nota per i suoi meloni cui è dedicata una vivace sagra nel mese di luglio. I santi patroni vengono ricordati lo prima domenica di ottobre.
 
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